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Cronaca Santa Maria di Sala / Via Tabina

Speedline, portare la vertenza di Santa Maria di Sala ai tavoli del governo

L'appoggio della Città metropolitana e di Confindustria allo stabilimento di Tabina. Il sindaco Fragomeni: «Sono in gioco 600 dipendenti e centinaia di persone nell'indotto». Moretto: «L'azienda giochi a carte scoperte». Ferrazzi: «Questa azienda in crisi come le altre nel settore automobilistico, serve una strategia»

Per tutti è il ponte dell'Immacolata, per loro è l'inizio di una battaglia per difendere lavoro e stipendi che qualche giorno fa non avrebbero neanche immaginato di dover combattere. Per gli oltre 600 dipendenti della Speedline di Tabina (Santa Maria di Sala) sono arrivate manifestazioni di solidarietà e promesse di impegno da ogni parte. Le istituzioni, dal sindaco di Santa Maria di Sala Nicola Fragomeni fino ai parlamentari e senatori, hanno dichiarato il loro impegno a portare al governo questa vertenza, che non è locale o regionale, ma nazionale, viste le proporzioni. La proprietà, senza intervenire direttamente, ha incaricato lunedì un advisor e uno studio legale di confermare che a fine 2022 la società Speedline della multinazionale svizzera Ronal chiuderà lo stabilimento veneziano. 

Ma le prime indiscrezioni erano arrivate dal sindaco di Venezia e metropolitano Luigi Brugnaro, la scorsa settimana, che durante un convegno aveva detto di essere a conoscenza dell'intenzione della multinazionale di delocalizzare l'azienda di Tabina. Ieri, martedì 7 dicembre, Brugnaro ha avuto un incontro con i rappresentanti sindacali di Speedline, il sindaco Fragomeni e Confindustria, in cui ha portato l'appoggio della Città metropolitana e ha spiegato che gli era sembrato doveroso informare di quanto sapeva, per provare a giocare in contropiede e cercare di coinvolgere le forze politiche sulla situazione, anche se quanto confermato dai consulenti di Ronal lascia pochi margini di speranza.

«Abbiamo condiviso l’atteggiamento assolutamente inaccettabile della proprietà, che ha confermato attraverso i suoi consulenti nell’incontro di lunedì - commentano i sindacalisti Matteo Masiero (Fim Cisl) e Michele Valentini (Fiom Cgil) - Abbiamo chiesto al sindaco e a tutti gli attori presenti di sostenere questa vertenza anche coinvolgendo le istituzioni e la politica al fine di dare un rilievo nazionale alla vicenda. I sindaci della città metropolitana si sono messi a disposizione per sostenere tutte le iniziative per dare visibilità a questa situazione e per difendere il nostro patrimonio territoriale. I vertici di Ronal continuano a non parlare con noi. La notizia è che tutti gli stabilimenti del gruppo sembra sappiano della chiusura della veneziana Speedline tranne noi che siamo i diretti inetressati. Continuano a definirla una "decisone difficile", ma non sembrano aver il coraggio di assumersene la responsabilità, sostenendo che il mercato italiano rimane strategico. Per noi il punto fermo è salvaguardare questa impresa e i posti di lavoro».

Giovedì è previsto il tavolo regionale all'unità di crisi, lunedì saranno coinvolti deputati e senatori locali. «Stiamo pianificando la lotta - spiega Masiero - stiamo presidiando tutti gli ingressi affinché non escano le merci, ma non pensiamo a uno sciopero ad oltranza che sfiancherebbe ancora di più i lavoratori senza portare a nulla, pensiamo piuttosto ad azioni chirurgiche che mettano Ronal nelle condizioni di dialogare con noi». Preoccupato e incredulo il sindaco Fragomeni. «Quello che l'azienda ha chiesto è stato fatto. Quest'anno, che hanno domandato di ampliare un capannone, abbiamo preso in mano l'istanza per un intervento al piano regolatore, che stava per essere accolta - afferma il sindaco di Santa Maria di Sala -. Delle due l'una. Se devi ampliare non vai via. Qualcuno mi deve spiegare cosa sta succedendo. La proprietà Ronal ci prende in giro? Sono in gioco 650 dipendenti e centinaia di persone al lavoro nell'indotto. Queste sono persone che vivono del loro lavoro. Vogliamo il rispetto per gli impegni presi. Daremo risposte alle istanze dell'azienda, ma per dare sviluppo non per andare via».

«Contatterò tutti i parlamentari del territorio, Padova, Venezia e Treviso - ha detto la consigliera metropolitana Deborah Onisto - perché questa è una vertenza nazionale. Saremo vicini alle rappresentanze sindacali che dovranno determinare le azioni più opportune, ma è chiaro che il tavolo che potrà avere un ruolo predominante, ma anche risolutivo volendo, è quello nazionale. Le competenze comunali e metropolitane sono ridotte. Ora si va all'Unità di crisi e poi la vertenza deve andare sul tavolo del governo. Questa è la prima attività che porterò avanti, poi con il sindacato e le istituzioni locali ci muoveremo per le azioni più opportune».

«I costi alti della produzione non possono più essere il pretesto per un’azienda come Speedline, acquisita da una multinazionale, di chiudere e lasciare a casa oltre 600 lavoratori e svendere l’ingegno e l’innovazione tecnologica che hanno fatto di essa una realtà industriale eccellente e strategica per il nostro territorio», commenta il presidente della Camera di Commercio di Venezia Rovigo Massimo Zanon. «L’azienda giochi a carte scoperte sedendosi a un tavolo di vero confronto con i lavoratori e le istituzioni, senza nascondersi dietro a consulenti e avvocati. Solo così si capiranno le ragioni di una scelta così netta e dannosa che getta nella preoccupazione oltre 600 famiglie e tutte le aziende dell’indotto - argomenta la deputata veneziana Sara Moretto, capogruppo di Italia Viva in Commissione Attività produttive, Commercio e Turismo della Camera -. Continuerò a monitorare la vertenza anche alla luce degli approfondimenti già avviati su tutto il comparto automotive».

«I ministri del Lavoro Orlando e dello Sviluppo Economico Giorgetti convochino subito un tavolo di confronto - chiede il senatore del Pd Andrea Ferrazzi, capogruppo dem nella commissione Ambiente eletto in Veneto, con un'interrogazione -. La crisi aziendale che ha colpito la Speedline  rientra in quella più generale della catena di approvvigionamento del settore automobilistico che ha visto in Italia, nei mesi scorsi, ulteriori casi di crisi, quali quelli della Gianetti Ruote di Ceriano Laghetto (MB), la Gkn Driveline Firenze di Campi Bisenzio (FI) e la Timken Italia di Villa Carcina (BS), e richiede pertanto una strategia coerente a livello nazionale per tutelare i lavoratori e la capacità produttiva dei territori».

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