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Grandi navi / Chioggia

«Rischio stop crociere a Venezia», e Chioggia si rivolge alle compagnie

L'associazione delle compagnie crocieristiche si dice preoccupata per «una situazione provvisoria che rischia di diventare permanente»

Ancora dubbi sul futuro della crocieristica al porto di Venezia. La Clia, associazione internazionale che raggruppa 70 compagnie (la quasi totalità), si dice «seriamente preoccupata» perché «da quasi tre anni il comparto è costretto ad operare in una situazione di precarietà, visto che gli impegni assunti dal governo nel 2021 rispetto ad un piano alternativo non sono finora stati rispettati».

È il commissario per le crociere a occuparsi del nuovo assetto degli approdi in laguna, tramite la predisposizione di banchine diffuse tra Marghera, Fusina, Chioggia e la Marittima di Venezia. Progetti che, però, richiedono tempo: il terminal nel canale industriale nord, sponda nord, a Porto Marghera, sarà pronto non prima del 2027, mentre per l'accessibilità alla Marittima servono nuovi scavi nel canale dei petroli e nel canale Vittorio Emanuele III (su questo i comitati no grandi navi hanno già annunciato nuove proteste). E sono, almeno in teoria, progetti temporanei, in attesa di quello definitivo che però sembra lontanissimo: un approdo offshore in mare, all'esterno della laguna.

Nel frattempo il traffico delle grandi navi si è ridotto drasticamente. Una situazione provvisoria che secondo Francesco Galietti, direttore Clia Italia, «rischia di diventare permanente, e questo penalizza l’intero settore del turismo crocieristico, comparto che opera sempre con largo anticipo e con rigorosa programmazione». Agire senza certezza di quale sarà la situazione nei prossimi anni, spiega, «mette a rischio la presenza delle crociere a Venezia». Per Galietti, «questo vorrebbe dire sia perdere lo status di homeport da parte di Venezia, cioè di porto capolinea, sia un calo strutturale del traffico crocieristico e quindi del turismo in tutto l’Adriatico». Al momento una parte delle compagnie ha già scelto di dirottare le proprie navi su altri scali, come nel caso di Norwegian.

Le preoccupazioni sono condivise da Costa Crociere, la cui posizione è chiarita dal vicepresidente Roberto Alberti: «Siamo sempre stati favorevoli a uno sviluppo nel rispetto delle peculiarità della città, trovando soluzioni per permettere alle compagnie di continuare a operare e alimentare un ecosistema importante, di cui fanno parte anche tante aziende locali. La situazione che si sta delineando, purtroppo, non sembra andare in questa direzione. Le soluzioni alternative che erano state promesse sono ancora lontane dall’essere realizzate. A questo si aggiunge la mancata estensione della concessione a Venezia Terminal Passeggeri, che pone seri dubbi sul futuro della società che gestisce il terminal. Continuando così - conclude - si rischia di mettere a repentaglio il valore economico e occupazionale che le crociere generano sul territorio».

Nella discussione si inserisce Mauro Armelao, sindaco di Chioggia, che manifesta «apprensione» sulla crocieristica a Venezia e propone di incrementare il traffico nella sua città. «Saremmo ben lieti di ospitare anche nuove compagnie di navigazione al porto dei Saloni, ovviamente con navi rispettose delle dimensioni massime dei fondali: mi rivolgo anche alla Msc che, nel caso abbia delle navi di dimensioni più ridotte, può pensare anche a Chioggia come scalo, così come la Norwegian Cruise Line e la Royal Caribbean. Un ringraziamento va comunque alla Viking che per prima ha creduto nella nostra città e nel nostro porto e, a ruota, ad Azamara e a Ritz Carlton Yacht Collection, tutte compagnie che ospitiamo con grande soddisfazione per noi e per loro».

Armelao aggiunge: «Nei prossimi giorni chiederò di incontrare anche la capitaneria di porto per proseguire il lavoro già iniziato sulla fattibilità di un ormeggio in rada in piena sicurezza, con imbarco e sbarco dei passeggeri in visita. Questa per la nostra città può essere una buona soluzione per navi di dimensioni un po’ più grandi e che quindi non possono attraccare al porto ma che potrebbero ugualmente fare tappa da noi per visitare il nostro meraviglioso territorio. Resta una questione ancora aperta e alla quale tengo particolarmente - conclude - cioè il potenziamento del personale impiegato all’ufficio polizia di frontiera di Chioggia, che ora può contare solo su due unità».

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